pagine 209, brossura non
rifilata,
Stordito editore, 2015.
L’ultima fatica di Camilleri
(parliamo di Sandro, un cugino di Andrea, meno noto nell’ambiente dell’editoria
e anche in altri ambienti, n.d.a.). Un libro che da solo vale la visita in libreria, direbbe il recensore
benevolo nell’intento di assegnare una misura al suo gradimento, ma la storia
della letteratura ci insegna che non sempre è così.
Ci sentiamo di definire
questo romanzo giallo noir, appartenente alla lunga serie delle indagini
dell’ispettore Montalcino, ci sentiamo di definirlo un piccolo gioiello
sperimentale nel campo inflazionato dell’editoria italiana, estera e non.
Ma partiamo dall’inizio,
proprio dal titolo del volumetto che risulta omesso (chi scrive, ma solo per
continuità redazionale, gli ha assegnato arbitrariamente un titolo
provvisorio). Al di là delle acrobazie creative dell’editore Pietro Stordito,
noto soprattutto per il suo modo eccentrico di gestire le pubblicazioni di
Camilleri (sempre Sandro), erede attempato di una famiglia di stampatori di
provincia, amante dei tendaggi damascati e della pizza di scarola, al di là di
questo, dicevamo, pare che l’omissione del titolo sia dovuta a una volontà ben
precisa dell’autore (Camilleri, Sandro) il quale ha preferito mantenere il
riserbo fino all’ultimo, ha evitato di rilasciare dichiarazioni preventive e dare
in pasto ai media anticipazioni compromettenti. Questo atteggiamento
scaramantico esasperante ha fatto sì che il libro sia andato in stampa senza
che il titolo fosse mai rivelato, nemmeno al grafico della casa editrice.
Ma andiamo avanti. Una delle cose che, dopo la mancanza del titolo, salta subito all’occhio attento e alle mani frenetiche di chi acquista il libro è il fatto che non si può sfogliare, nel senso che tutte le pagine risultano rilegate in un volume intonso, mai passato sotto le lame rivelatrici della taglierina che rifila le imprecisioni cartacee dell’opera e la rende accessibile al pubblico.
Che dire di più, una perla nera nel mare piatto dell’editoria. Presentarsi con una provocazione del genere, ben conoscendo la fame di noir e di gialli che dilaga, mette a serio rischio la credibilità di un autore come Camilleri (Sandro, per amore di verità) e di un editore che non è nuovo a certi guizzi spiazzanti. In casi come questo il confine tra genio e cialtroneria si assottiglia a tal punto da lasciare perplessi.
Il libro intonso senza titolo si conferma un oggetto di utilità quotidiana, pensiamo anche nelle migliori intenzioni dell’autore, impagabile per ottenere la giusta inclinazione del proiettore e fare spessore nelle inevitabili differenze di altezza tra i piedi di un tavolo. Uno dei casi inequivocabili in cui la letteratura aiuta l’uomo a vivere meglio.
Confidiamo nelle capacità imprevedibili del Camilleri (il cugino Sandro), aspettiamo in libreria la sua ultima fatica, stavolta ansiosi di sfogliarla.
Raimondo Quagliana per AAS Magazine