STRAPPARE
LUNGO IL TRATTEGGIO
pagine 231, brossura con
fustella,
Stordito editore, 2015.
L’ultima fatica di Sandro
Camilleri (Sandro, non so se l’ho già detto, è il cugino di Andrea, n.d.a.),
una storia che avvince e cattura il lettore sin dal frontespizio.
L’ispettore Montalcino avanza
in una palude con i pantaloni arrotolati al ginocchio e le scarpe in mano.
Camilleri (Sandro, non Andrea) gli concede due pagine intere di bestemmie più
una per tirare via il piede da una buca di fango che è meglio non leggere.
Nella penombra vaporosa di
miasmi della foresta di mangrovie si nasconde uno dei più efferati trafficanti
di borse cinesi - il trafficante è italiano.
Montalcino lo segue da due
giorni senza riuscire a raggiungerlo, forse, viene da pensare, anche a causa
del vantaggio che gli ha concesso l’autore (si tratta sempre di Sandro, il
cugino, n.d.a.). Lo ha lasciato fuggire a pagina tre, poi ha allertato
l’ispettore solo a pagina venticinque, si può capire quindi tutto l’astio e
l’incazzatura di Montalcino che arranca, s’infanga, affonda, smadonna.
Non c’è niente da fare, si
tratta di una distanza incolmabile, Montalcino si rende conto che è impossibile
recuperare solo con i mezzi propri, è snervante dipendere dalla leccata di dita
di un lettore sull’orlo della pennichella.
Qui entra in ballo l’editore
Stordito, lui in persona, Pietro Stordito, erede di una famiglia di stampatori,
amante della ‘nduia e delle cartoline di panorami campestri, che abbiamo già
conosciuto per i suoi guizzi di editoria creativa. L’editore porge al lettore
una soluzione (non sappiamo fino a che punto condivisa dal Camilleri, sempre
Sandro, n.d.a.) che vale la pena chiamare “l’uovo di Stordito”: le penultime
ventuno pagine del volume sono state fustellate con un tratteggio vicino alla
rilegatura, così da permettere lo strappo facilitato.
Un colpo di genio che offre
la possibilità all’ispettore Montalcino di raggiungere il losco trafficante (italiano)
di borse cinesi (cinesi) e assicurarlo alla giustizia, mettendo la parola
“fine” alla sua fuga scellerata nella palude.
L’editore Stordito si
dimostra degno del suo autore di punta (che sarebbe il Sandro Camilleri), lo
stesso Camilleri (quello che ho detto prima) che ci lascia ancora una volta prostrati,
con le mani in grembo, incapaci di reagire fino alla sua prossima fatica.
Raimondo Quagliana per AAS
Magazine