lunedì 22 dicembre 2014

Letti per tutti: La banda degli abeti

Sandro Camilleri, LA BANDA DEGLI ABETI
pagine 250, brossura con filtrino, 
Stordito editore, 2014 (quasi 2015).



Sandro Camilleri (il cugino più sconosciuto tra i due, n.d.a.) questa volta lo troviamo alle prese con l’allestimento dell’albero di Natale.

L’ispettore Montalcino nel frattempo è sulle tracce di una banda di malviventi farabutti che traffica piante di abete spacciandole per marijuana. Dopo diversi anni di truffe continuano a cascarci sempre i soliti quattro sprovveduti che non distinguono ancora bene la forma delle foglie - tre di loro sono stati più volte ricoverati per problemi respiratori dopo aver cercato di fumarsi delle canne preparate con l’erba fasulla.

Al Camilleri (Sandro, non Andrea) piace molto l’atmosfera natalizia, adora scegliere le decorazioni e i pupazzetti da appendere ai rami, è contento anche del fatto che quest’anno il suo albero sia più verde e rigoglioso del solito, niente rami rinsecchiti da nascondere con metri di fili dorati.

Montalcino nel frattempo è impegnatissimo, aveva sperato di rilassarsi almeno sotto le festività invece è alle prese con un traffico di alberi di Natale falsi, ma questa è un’altra banda, non quella di prima, infatti a quanto pare alcuni delinquenti farabutti hanno capito il meccanismo e, nel tentativo maldestro di emulare la banda di farabutti delle prime pagine, rifilano piante di marijuana vere al posto degli abeti di Natale.

Sandro Camilleri è un tipo distratto e solitario, sistema il suo albero con grande entusiasmo, ma spesso dimentica di inserire la spina e la sera si rattrista perché non gli si accendono le lucine.
Siamo arrivati quasi alla fine, il tempo stringe, la gente si affolla sui marciapiedi, Montalcino si affretta tra un interrogatorio e l’altro per comprare gli ultimi pensierini natalizi.

Camilleri (però Sandro) nel frattempo ha finito il suo albero, lo ha guardato per mezzora con orgoglio, si è dimenticato di attaccare la spina delle lucine intermittenti, adesso è in cucina che prepara il suo cenone solitario di Natale, una cena mesta durante la quale chiacchiererà amabilmente con il candelabro di peltro sul tavolo.


Alla terzultima riga ecco il deus ex machina: Camilleri (Sandro, per intenderci), nel tentativo frettoloso di accendere l’albero mentre la cipolla soffrigge, provoca un corto circuito che scatena un piccolo incendio nel suo salotto, l’albero di Natale va a fuoco!

Montalcino nel frattempo non sappiamo dove si sia cacciato, è un momento  complicato per tutti, sarà in giro per negozi mentre il suo autore si affanna tra cucina e salotto, cerca di spegnere l’albero di Natale avvolto le fiamme che sprigiona un fumo denso aromatico mhm niente male.


Alla faccia dell’ispettore Montalcino, il nostro Camilleri (si tratta comunque di Sandro, non del cugino) si gode finalmente un Natale in allegria e ci lascia frastornati ad attendere la sua ultima fatica d'autore.



Raimondo Quagliana per AAS Magazine