Sandro
Camilleri, I MISTERI DELLO SPETTRO
pagine
231, brossura, Stordito editore, 2014.
L’ultima
fatica di Sandro Camilleri (cugino di Andrea, con il quale ha in comune la
passione per i libri gialli e le bionde, che si dedica alla scrittura per invidia
cuginesca, nei ritagli di tempo che gli restano del suo lavoro di giallista,
n.d.a.) ci introduce in un campo poco frequentato dagli scrittori di romanzi
gialli e noir.
Un’atmosfera
rosa per un noir di grande impatto cromatico, tutte le tinte di colore si
scompongono davanti agli occhi del lettore sin dalle prime luci.
“I
misteri dello spettro”, il titolo non lascia dubbi, in cui troviamo l’ispettore
Montalcino intento a interrogare un testimone rosa pallido, ogni tanto urla e la
sua faccia è più rossa di un peperone, tenta di intimidirlo ma non cava un
ragno dal buco. Torna stremato e depresso a casa sua, pranza con pasta in
bianco e insalata verde, tracanna diversi (troppi) bicchieri di rosso.
Camilleri
(Sandro) lo convince ad affacciarsi dalla finestra per guardare il cielo che ha
appena scaricato un acquazzone estivo. La scena dell’arcobaleno, solo Camilleri
(sempre Sandro) ha potuto regalarci una descrizione così minuziosa del doppio
arcobaleno che percorre il panorama da sinistra a destra. Montalcino, grazie
soprattutto al vino, si commuove di fronte allo spettacolo della scomposizione
dei colori, nella sua lucidità alterata ha l’illuminazione e comprende
finalmente la vera essenza del colore indaco, poi ripiomba nella sbronza
ottusa, dimentica tutto e vomita sulla parola “fine”.
Anche
stavolta Camilleri (Sandro) ci ha messo addosso l’agitazione e lo sconforto, il
mistero dello spettro rimane irrisolto.
Raimondo
Quagliana per AAS Magazine