Si acquatta, il corpo contratto dietro lo stipite della porta, i muscoli tesi pronti a scattare, lo sguardo puntato sull'apertura. Sa che appena lo vedrà scarterà di lato, non se lo farà scappare. La concentrazione è tale che appena sente qualcosa che si struscia sul suo fianco sinistro, si alza di scatto girandosi. E' lui.
Lo guarda con occhietti curiosi, la testa di lato. Il gatto è esterrefatto. Quel cosino minuscolo che fino a ieri scappava terrorizzato non mostra alcuna paura, anzi si avvicina, si alza su due zampe e muovendo il naso su e giù, lo annusa con interesse. E' così vicino che con una zampata lo potrebbe stendere a terra. Il gatto però non riesce a muoversi, la sorpresa lo blocca, non riesce a capire il perchè. Non può sapere che la causa risiede in un essere ancora più piccolo che non ha nè artigli nè canini nè sistema nervoso ma che riesce a comandare le menti.
Il Toxoplasma gondii, protista parassitario responsabile della toxoplasmosi può vivere in qualsiasi organismo a sangue caldo ma per completare il suo ciclo vitale ha bisogno che le sue cisti siano ingerite da un felino. Il parassita è in grado di manipolare il comportamento dei roditori rendendoli iperattivi, meno paurosi nei confronti dei gatti e attratti dalla loro urina.
Ripresosi dallo stupore il gatto richiude le fauci sulla preda. Non sa di esserlo a sua volta.
Annalisa Balistreri