mercoledì 19 novembre 2014

Ma la mafia, cosa è? (Il paese delle balate)

foto di Dario Ferrante



Per me la mafia non esiste, esistono i mafiosi. Ed è pure peggio. Perché una definizione, nella migliore delle ipotesi dice che la mafia è una "entità". Ma l'entità non può agire se non attraverso i propri organi. Definire qualcosa è una sovrastruttura, ovvero un voler tirare fuori un concetto astratto da qualcosa di concreto.

Per quanto detto, pi mmia esistono solo i mafiusi.
Che sono quelli che vivono di pizzo, che mettono il cemento fasullo nei ponti dell'autostrada, che si infilano nei consigli di amministrazione per farsi dare stipendi ammatula, che ammazzano tutti quelli che li inquietano, che si ammazzano tra di loro e ogni tanto ammazzano pure quelli che non c'entrano niente, che decidono per quale disonesto devi votare, che si mettono a disposizione - o quantomeno collaborano - con gli organi dello Stato che sono più fradici di loro. Che fanno male cose e tu li vedi e ti dicono che devi stare zitto.
Mafiosi sono quelli che stipulano e fanno stipulare operazioni di finanza tossica ai danni di tanti cittadini che poi devono pagare più imposte e contributi per sanare i conti dello Stato. Cosicché per sanare i conti lo Stato non paga i medicinali o chiude gli ospedali e se uno sta male che sta morendo, le cose sono due, o muore o esce i soldi per andare nelle cliniche private.
Questi che sono mafiosi hanno tanti soci, i portatori "sani" di mafiosità, gente che non fa nulla di mafioso in termini stretti. Il loro compito è la protezione delle balate.
Le balate sono delle pietre poste sopra i tombini, che se smuovi la balata esce puzza.
Il portatore "sano" di mafiosità tutte le volte che qualcuno vuole smuovere una balata, ha una formula standardizzata da ripetere: "e che vai facendo, lascia perdere, effiniscila".
E poi ci sono gli antimafiosi, quelli che pigliano soldi dallo Stato o dai donatori, per fare operazioni in parte buone (tipo creare archivi) e in parte discutibili (tipo ringraziare i politici per i contributi ricevuti). Ci sono pure antimafiosi che, con i soldi che ricevono, fanno minchiate tipo che i soldi li spendono in ricerche e indagini pressoché inutili. Diciamo che si arriminano per fare vedere che fanno qualcosa. Tipo la lavatrice quando è vuota e sbattulia da tutte le parti.
La categoria che più mi piace è quella dei cittadini attivi.
Questi parlano apertamente, non devono ringraziare nessuno, cercano di analizzare la contemporaneità per renderla nelle sue forme. Questi spesso coinvolgono, recepiscono il fascino del pensiero altrui, lo rielaborano. Nessuno inventa niente, si parte da un'idea e la si affina.
E il tempo lo trovano per farlo. E per parlarne pure.
Dal basso. Per non dire grazie a nessuno.
I cittadini attivi dovrebbero formarsi nelle scuole.
Quindi gli insegnanti dovrebbero favorire la formazione di cittadini attivi.
Solo che certe volte gli insegnanti dicono cose del tipo: "e che vai facendo, lascia perdere, effiniscila". Se ne deduce che questi non ne formeranno mai cittadini attivi ma nuovi protettori di balate.

GD

(foto di Dario Ferrante)