Si tratta di una bella donna probabilmente intorno alla trentina.
La scena presenta uno sfondo nero e la protagonista, ben illuminata, è girata di tre quarti.
Pare che la chiamino e che lei attenzioni l’interlocutore: il suo sguardo è interessato e sembra pensi - Miiii, u capiu, du palli!!!.
È una donna elegante e raffinata, lo si vede dall’ abito che indossa e dall’acconciatura particolare: ha legata intorno alla testa una cordicella, inoltre l’accessorio che ha al collo è una lunga collana di perle nere, certamente acquistata da un gioielliere vero e non da una bancarella qualsiasi della Vucciria.
La particolarità di questa tela è l’animaletto simpatico che la donna tiene tra le braccia: non si tratta di un gatto, né di un cane, né di un furetto.
“Nientepopodimeno” è un ermellino!
Un ermellino, signori e signore, ma ci pensate!
Chista ci l’avi o no i sordi, secondo voi?
Ci l’avi, ci l’avi!
Già c’hanno la grana le donne che portano addosso l’ermellino morto, figuratevi quanti soldi c’avrà questa che l’ermellino se lo porta a spasso vivo!
Probabilmente, nella scena di cui sopra, il marito le avrà detto – attenta con quell’ermellino, non vorrei che facesse la stessa fine del visone: te lo ricordi che ti scappò e si andò a buttare sotto una carrozza e poi abbiamo dovuto mettere la pelliccia al cappotto per recuperare almeno le spese?!
(I mariti ricchi, si sa, sono sempre un po' tirchi!)
E lei di rimando avrà pensato – Miii, u capiu, du palli!!! sempri a stessa musica quannu m’accatta ‘na cosa nova!
Questo quadro fu dipinto da un certo Leonardo, toscano, che era un po’ fissato con i volti femminili, dipinse tante donne infatti, ma un suo quadro tra i più famosi è la Gioconda, che lo possiamo riassumere così: ora ridi, ora nun ridi, ora ridi, ora nun ridi.