E’ raro che un’autoambulanza entri in campo per recuperare un giocatore sfasciato.
Per quanto le simulazioni di fallo avvengano spesso, tutte si risolvono con un buffettino grazioso da parte dell’allenatore, dai, abbiamo commosso l’arbitro a sufficienza, ci ha dato il calcio di rigore.
Per quanto detto il calcio è un gioco tranquillo.
Non si potrebbe dire altrettanto se in campo scendessero i consumatori abituali di Viagra.
Notevoli, senz’altro, i vantaggi in termini di resa sportiva, la sporgenza sarebbe di ausilio nello stoppare i cross per poi seguire con un calcio potente dentro la rete – insomma, un po’ come avere tre piedi. La medesima sarebbe di aiuto nei palleggi che tanto servono a schivare l’azione dei difensori. Il giocatore, avvantaggiato dalla sua situazione, qualora decidesse di fare una fuga in avanti, verrebbe scansato dai terzini e quindi andrebbe dritto sino alla porta avversaria lasciata scoperta per motivi che non stiamo a raccontare. Il glossario calcistico parla in questo caso di attaccanti da sfondamento.
Tutto questo se la difesa non optasse per la strategia del martirio.
In presenza di difensori avvezzi all’immolazione, creature queste dall’animo sensibile che ripiegano sé stessi per motivi tattici, l’attacco della squadra avversaria si potrebbe definire bell’è fottuto. Una serie di strane composizioni dalla morfologia vagamente umana, corpi a due teste e quattro gambe usciti dalla mitologia greca, si muoverebbe in campo secondo un moto disordinato che li distoglierebbe dall’intento istituzionale di infilare la palla in porta.
Per quanto detto si sconsiglia l’assunzione di Viagra da parte dei calciatori ma anche dell’arbitro che, in presenza di falli gravi, spinto da improvviso celolunghismo, potrebbe non accontentarsi di tirar fuori i soliti cartellini giallo o rosso.
Giorgio D'Amato