Renato in questo quatro ci mise un bordello di cose, anche il bordello, (non la pensione Bugané di Piazza Sant’Oliva in quel di Palermo vittima della legge Merlin), no, qui siamo addirittura ad Arles en Provence e tra i clienti possiamo notare nientedimeno ché il sig. Vangogghi, si proprio lui.
A quel tempo i luoghi di piacere erano in gran voga e un artista poteva trovarvi consolazione e ispirazione. Vincent si era stancato di stare da solo nella sua stanzetta giallo girasole, e di sbattere porte in faccia a chi bussava per vederla. Aveva bisogno di colore e di fimmine, - sappiamo tutti che era un pochino disturbato, forse che inalare la trementina può provocare giramenti di testa e allucinazioni, ma soprattutto lui era mezzo morto di fame ché i suoi quadri non li voleva comprare nessuno.
Renato da buon samaritano, gli fa questo regalo, lo dipinge fasciato come un uovo di Pasqua, e la sorpresa gliela fa trovare fuori dall'uovo: tutto quel ben di Dio di donne discinte e in pose inequivocabili.
Lui però vuole Rachel (anche lei signorina ammodo), per lei è disposto a tutto, e glielo vuole dimostrare, lo sciagurato si è, infatti, mozzato il lobo dell’orecchio sinistro, e lo ha avvolto come una sarda in un foglio di giornale. Inseguito da tutti i gatti, è corso al bordellò per portare il suo pegno d’amore a mo' di topo mostrato al padrone in segno di fedeltà.
Rachel si è nascosta dietro il paravento per non farsi vedere, e siamo sicuri che sia in preda a forti conati di vomito. – Chistu pazzo è? Ma come gli viene in mente di portarmi quella porcheria! Neanche se lo lavò l'orecchio e neppure lo depilò. Internatelo!
E più ci pensa e più si piega in due e i capelli le coprono la faccia che Renato non le pittò perché non stava bene mostrare una signorina in quello stato.
Qui accettiamo denaro, sghei, quattrini, - sta dicendo il gentil pappa, con camicia color rubino, all'infelice Vangogghi, ma questi rimane immobile come uno stoccafisso. Non ci sente, soprattutto da quell'orecchio che ormai non ha più.
Adele Musso