Io
non sono il migrante, non sono l'annegato a pancia in su che
galleggia nel Canale di Sicilia o al largo delle coste della Libia
nel vecchio mar Mediterraneo, né la madre, né la sorella dalla
pelle scura, non sono nemmeno la bambina che è rimasta incastrata
dentro un ventre rinsecchito e non è nata.
Io
non salgo su barconi dove gli esseri umani sono stipati sino
all'inverosimile e dividono la paura e la speranza, la masticano con
gli stessi denti. La tua o la mia morte. E non sono neppure lo
scafista, la guida verso una terra che non può promettere niente a
nessuno, neanche a me, pensa un po'!
Al
massimo io sono la nipote o la bisnipote di un migrante. - Ma cosa
vai blaterando, vorresti paragonare i nostri emigranti a questi
qua? Vuoi dire che il tuo bisnonno che partì alla volta
dell'America nei primi del '900 perché qui si puzzava di fame a
queste bestie pidocchiose era come loro?
Questa
è gente che non vuol fare nulla, dei parassiti, bisognerebbe sparare
loro addosso, sono questi i consigli della pitonessa e di Salvini,
gente pulita, ricca, i parassiti moderni, gente che fa politica.
Bestie,
si perché nelle carceri durante l'ora d'aria puoi sentire: apri le
gabbie! Fai uscire le bestie nere!
I
nostri avi sono partiti portandosi appresso la truscia o la famosa
valigia di cartone in condizioni simili, anch'essi furono
controllati, marchiati e stipati dentro casermoni e divennero
l'ossatura operaia di quei paesi dove furono impiegati nei lavori più
duri.
Il
lavoro è l'unica via d'uscita, e invece cosa abbiamo noi?
Noi abbiamo compreso che è più conveniente affamare un continente,
tenerlo in uno stato perenne di guerre e conflitti, privarlo delle
risorse naturali, e farne un serbatoio di fanatici affamati, assetati
e malati. L'Africa il buco nero del pianeta.
Settecento,
caspita gran numero, grande indignazione, grande sgomento.
Noi
non siamo il migrante, noi siamo invece quelli che si indignano, si
preoccupano, (ci porteranno le vecchie malattie) e che poi vanno con
le puttane nere, quelli che a servizio hanno le persone di colore
perché loro fanno tutto. Noi siamo la politica che specula sui campi
dei Rom, sui centri di accoglienza (abbiamo avuto grandi maestri in
questo), noi siamo quelli che a Lampedusa ci andiamo perché il mare
dell'isola dei conigli è il più cristallino che ci sia.
Settecento,
ci metteremo qualche telegiornale in più, un altro plastico di Bruno Vespa, ma ce lo scorderemo, questione di giorni o di
distrazione mediatica.
Questa
estate quando faremo il nostro bagno ristoratore al mare teniamo la
bocca ben chiusa, attenti a non ingoiare l'acqua, in quella stessa
acqua hanno galleggiato dal 2003 in poi almeno 1899 cadaveri. E' un
numero impreciso, e voglio ricordare a me stessa che ogni numero era
una persona.
Adele Musso
Quello
è mio fratello
sfila sulla passerella della morte.
Sognava
un campo verde ed un pallone,
non aveva scarpe buone, le gambe
quelle, si.
Quella è mia sorella,
mani piccole, palmi
bianchi,
le sento ancora sul mio viso.
I suoi capelli
intrecciano alghe stanche.
Quello è il mio amore.
Occhi
rovesciati sul nulla, non mi guarda più
l'uscio è
rotto.
Quello?
Quello sono io avvolto nella carta
stagnola
sulla banchina grigia.
Il cuore nero
come la
pelle che ha imprigionato il mio futuro.