lunedì 23 marzo 2015

Diario di una lettrice di poesie (sull'autobus in occasione della giornata mondiale della poesia)

Mi sveglio presto e scrivo una poesia; la voglio regalare al mio vicino che ha deciso di morire ieri sera.
Oggi è la giornata mondiale della poesia. E’ il 21 marzo ed è Primavera.
Ci siamo mobilitanti in tanti, vogliamo coprire il silenzio – la gente non sa più cosa dire -  con le parole speciali della poesia, io e Adriana e Peppa lo faremo sul treno , da Bagheria a Palermo; alla stazione ci vengono incontro Leonora e alcuni suoi amici armati tutti di fogli e sorrisi. Sui vagoni ci sono pochi viaggiatori, ci sediamo fra loro, qualcuno ci sorride e ci ringrazia, qualcuno abbassa gli occhi, “non capisco la lingua”…regalo pagine. Resto sola con due ragazzini su uno scompartimento di
transito, vicino la porta, in attesa di arrivare alla stazione di Palermo e suggerisco loro di leggere a me una delle poesie che mi sono portata dietro; il ragazzino pettinato alla James Dean mi dice, leggo sempre io a scuola, so leggere!
Mi sono smarrita alla stazione di Palermo e mi ritrovo dentro un gruppo di scout  in gita -  leggo poesie di Rodari e di Montale poi scappo via, in cerca dei miei compagni. Fuori dalla stazione  aspetto l’autobus e intanto mi attacco il tesserino di riconoscimento, con il nome scritto sbagliato. Sono sola ma salgo lo stesso in Via Roma, salgo dalla bussola di dietro e mi accoglie un gruppo rumoroso , è la giornata mondiale della poesie dico, vorrei leggervi alcune poesie - ho ancora Rodari , mi sembrano bambini – leggo, alzo gli occhi dal foglio ad ogni pausa, li guardo in faccia le ragazze con le labbra rosse e i ragazzi con le creste, mi urlano sopra e faccio fatica a sentirmi, la poesia è breve e arrivo in fondo, all’ultima parola, “allegria”, sono una strana, dicono, è matta, ripeto che è una giornata speciale…leggo ACROBATA di Sanguinetti, loro urlano e io vado avanti nel bus fino alla bussola centrale dove attendono per scendere due neri africani e altri due adulti palermitani, ipotizzo, chiedo se posso leggere una poesia -  ripeto la solita : “oggi è la giornata..” , due guardano, l’altro fissa le scarpe da ginnastica macchiate di pomodoro  e di fango, io leggo la poesia di  J. Von Einchendorff  - Dorme una canzone in ogni cosa. Se ne sta lì, e non smette di sognare. Se la parola magica riuscirai a trovare dalle cose uscirà la musica armoniosa - .  Regalo loro fogli di poesie, sorrido e chiedo se vogliono leggere – no. Vado dall’autista lo saluto  - dietro i ragazzi mi urlano di scendere, io scendo, li saluto con la mano ( mi fanno un po’ pena ) –
continuano ad urlarmi addosso ingiurie; sono in via Libertà, mi guardo attorno e sull’altro lato della strada vedo Valeria, Federico e Sabrina, ritorno a piedi a Piazza San Domenico, intanto regalo poesie ai passanti , ripeto la solita “oggi è la giornata..posso leggerti una poesia?” 
A piazza S. Domenico ritrovo il gruppo. A voi com’è andata?!  Bello, bello,  qui la gente ringrazia..
“Oggi è la giornata mondiale della poesia”, io ed Adriana siamo sul 202, ai due estremi del bus , ci scambiamo un occhiata, i posti a sedere sono tutti occupati, lei si tiene ferma con una mano e con l’altra regge il foglio, legge e c’è solo un leggero brusio, lo sguardo dei passeggeri sfugge fuori dai finestrini, sulle maniglie, sulle scarpe. Davanti a me, appesa al maniglione vicino all’autista, le ragazze sedute sorridono nervose. Alla fine bisbigliano, grazie, l’altra – non ho capito, ti regalo il foglio, lo leggerai stasera ..grazie.



Rosa La Camera