mercoledì 28 gennaio 2015

I Rolex fasulli di Porticello

Che uno legge di Porticello nelle cronache nere e quasi quasi si mette a ridere.
Io questi che sono stati arrestati per la storia degli orologi falsi li ammiro - dice che uno di questi faceva finta di parlare in cinese e così raggiravano poveri ingenui. Io li ammiro non per quello che hanno fatto, ma per come hanno sfruttato una possibilità che il mercato gli ha offerto.
Per dire: i bambini hanno bisogno di latte. E spunta la Parmalat che vende il latte in cartoni.
C'è gente che si affuca di cibo e catafotte carrellate di mangiare e per ruttare ha bisogno di una cosa frizzante: spunta la Coca Cola e gli fa trovare la bottiglia di due litri magari con l'offerta speciale.
Bene.
Esistono a questo mondo individui che, per soddisfare un bisogno di autoaffermazione, sentono l'urgenza di avere un orologio d'oro che tutti quando li vedono dicono: mih, ma è Rolex? un Rolex vero?
Che il Rolex ha una bella storia, per dire, Gaetano Sangiorgi ne regalò uno ad ogni killer del commando che andò a sparare a Ignazio Salvo, quello della Zagarella e delle esattorie e dei finanziamenti alla corrente andreottiana.
Un bell'orologio può significare tante cose. 
Ma personalità e potere sono ben altro, per averli ci vogliono intelligenza e competenze, sia che si tratti di fare un trapianto che di sparare al cuore.

Potete dire quello che volete, a me questi che vendevano orologi fasulli, mi fanno simpatia.

Giorgio D'Amato