In questo quatro Leonardo dipinse una donna in primo piano che ha un ermellino ma che non indossa una pelliccia. Se si ci avvicinano gli occhi non si vedono nè armadi nè antitarme, se si ci accosta il naso si sente solo odore di vecchie cose camulute. La giovane donna ha un braccio atrofizzato, la circolazione bloccata a furia di tenere questo soffice e docile animaletto. La dama e il tenero ermellino si guardano con intensità e amore fraterno. I tratti dei loro visi sono affini e denotano una presente somiglianza fra i due, secondo me sono fratello e sorella. Si tratta di Cecilia Gallerani concubina di Ludovico Sforza. Ha quindici anni all'anagrafe e nel quatro ne dimostra cinquanta anche se la sua pelle è bianca bianca, non ha mai visto sole; anche l'ermellino è bianco candido: ammatula Tiziano Ferro canta che il sole esiste per tutti. Le uniche cose scure del quatro sono un nastrino nero sulla fronte per tenere il velo e una collana di perle nere al collo. In testa la dama sotto il velo dello stesso colore dei capelli ha una treccia non rimpolpata, piccioli per l'extension non ne aveva. Chi gliel'ha avrà fatta sta treccia?
Secondo me è stato l'ermellino, ma non si vede. L'animale è mansueto, non dice nulla, è un incrocio tra un furetto nano e un cane di piccola taglia. Matri che lariu! E mi mittissi ni panni vostri per non taliarlo! I critici dicono che nel quatro originale erano due gli ermellini, poi uno è morto; l'hanno spellato vivo per fare parte di una pelliccia che la dama ha venduto per campare. Ludovico non se l'era sposata e quindi non le passava alimenti e si sa che la fame ti spezza le budella, ermellino più ermellino meno. Ma cu stu ermellino che è nicu quantu un succi, dico io, mica veniva una pelliccia, forse due polsi o una borsetta da teatro. Uno dei due, comunque lei ha deciso di tenerlo con sè, almeno per salvare faccia e titolo, infatti avi dal 1490 che la chiamano la dama con l'ermellino.
Nina Tarantino